La “cellulite” meglio identificabile con il termine di pannicolopatia edematofibrosclerotica è stata definita da Gody la “non malattia più investigata”. I ricercatori anglosassoni l'avevano definita come un tipico caso di “desease mongerin”. Infatti uno dei loro primi studi scientifici pubblicati nel 1978, aveva questo emblematico titolo: “La cosiddetta cellulite, una malattia inventata”. Ma in realtà è una condizione che colpisce in maniera indiscriminata circa il 80% - 90% delle donne in età fertile . Per la precisione si stima che 1,7 miliardi della popolazione femminile mondiale ne sia affetta con una connotazione sociale piuttosto negativa e può influire notevolmente sull'autostima.
Questa manifestazione, ritenuta attualmente una patologia, nei secoli scorsi era considerata invece un valore aggiunto alla bellezza femminile, come si evince dai vari quadri che ritraggono donne il cui aspetto è ben lontano dai canoni estetici attuali.
Il termine “cellulite” fu introdotto in Francia nel lontano 1922 da Alquier Epaviot ed era considerata, allora, solo un inestetismo cutaneo. Circa una decina di anni dopo, Laguese la descrisse come una malattia dell'ipoderma caratterizzata da edema interstiziale e da un aumento del grasso sotto cutaneo. Nùmberger e Mùller, in seguito ad un ampia indagine istologica (150 autopsie e 30 soggetti viventi) non rilevarono alcun fenomeno di edema o di fibrosi associato alla cellulite. La grande confusione sul nome da dare a questo fenomeno, riflette la difficoltà di comprendere a pieno la natura di questa manifestazione. Nonostante il grande interesse nel trattamento di questa manifestazione ezio-patologica, ed in particolare quello topico, rivolto a migliorare il suo aspetto, essa resta un'enigma ed un attuale e controverso motivo di studio. Una valutazione delle ricerche scientifiche pubblicate dal 1978 al 2011 conclude che si tratta di un “fenomeno fisiologico con basi fisiologiche caratteristico della donna, di origine multi-causale che molti fattori possono scatenare, perpetuare o peggiorare”.
Essa può essere asintomatica , ma il più delle volte rappresenta un disagio sia estetico che algico che si manifesta con nodi dolenti alla palpazione che fanno effettivamente sospettare che alla base esistano processi infiammatori. Spesso è associata ad un accumulo di tessuto adiposo sottocutaneo di cui non è chiara la relazione con il rischio cardiovascolare.
EZIOLOGIA
Vediamo a questo punto quali sono le ipotizzate cause scatenanti:
– disturbi del metabolismo(sovrappeso/obesità)
– disordini nutrizionali (alimentazione errata con la priorità di cibi troppo ricchi di grassi esali e il ridotto apporto di liquidi)
– specifiche architetture sottocutanee (diversità tra uomo e donna)
– alterazioni della struttura del tessuto connettivo
– fattori ormonali (assunzione di farmaci estro-progestinici)
– fattori genetici
– disturbi del sistema microcircolatorio
– alterazioni del sistema linfatico
– alterazioni della matriceextracellulare
– infiammazioni vere e proprie.
Pertanto, si ritiene che la cellulite sia una patologia multi fattoriale che include nella sua eziologia la combinazione, più o meno completa, dei suddetti fattori .
CLASSIFICAZIONE
La cellulite può manifestarsi a diversi stadi ed in diverse aree corporee di uno stesso individuo. Viene di norma classificata con la scala di Numberg e Muller in 4 stadi:
– “0” : assenza di segni di cellulite
– “1”: la cute affetta risulta essere liscia ma compaiono segni di cellulite pinzandola o contraendo i muscoli
– “2”:le introflessioni sono presenti e visibili anche senza sollecitare la cute
– “3”:presenza delle alterazioni dello stadio “2” in maggior numero e su un'area più estesa accompagnate dalla presenza di noduli.
Personalmente, considerando la cellulite come una pannicolopatia edemato-fibrosclerotica,faccio affidamento ad una classificazione che rapporta gli stadi sopra descritti ad una evoluzione- degenerazione del quadro clinico, vale a dire:
1) “Edematosa”: associata ad un edema cioè accumulo di liquidi soprattutto intorno alle caviglie, ai polpacci, alle cosce ed alle braccia
2) “Fibrosa”:associata a fibrosi cioè ad un aumento delle strutture trabecolari e dei setti di tessuto connettivo che ripartiscono in diversi lobi il tessuto adiposo sottocutaneo. E' caratterizzata da piccoli noduli non percepibili al tatto se non come rugosità sottocutanea e dalla cute a “buccia d'arancia”.
3) “Sclerotica”: caratterizzata da un indurimento dei tessuti associati a noduli di grandi dimensioni. Può essere dolente.
Fatta questa premessa che coinvolge la genetica, l'assetto ormonale, lo stile di vita e le variazioni ponderali, va asserito che la causa strutturale della cellulite è puramente anatomica. Essa riguarda unicamente le bande di setti fibrosi che collegano il derma al tessuto sottostante in determinati punti. Quando alcune bande si contraggono e si irrigidiscono a causa di fattori flogistici si determina la loro retrazione verso il basso determinando così l'origine di depressioni e di irregolarità cutanee: aspetto a “buccia d'arancia”. Pertanto essendo queste fibre dermiche la causa strutturale degli inestetismi della cellulite è su di esse che deve concentrarsi il trattamento.
TRATTAMENTI
A) Prevenzione:
– Correggere l'alimentazione e aumentare l'apporto di liquidi
– attività fisica costante
– astensione da alcool e fumo
– evitare la stipsi cronica
– usare abiti e scarpe più confortevoli
– correggere i difetti dell'appoggio plantare
B) Trattamenti conservativi: Abbiamo un enorme mercato di trattamenti di cui molti mancano di prove di efficacia.
– Prodotti topici (creme, fanghi,..)
– Massaggi
– Emulsiolipolisi (Fosfaditilcolina, Carnitina,…)
– Lipoaptosi (Vitamina C, Ferro trivalente,Lidocaina)
– Ossigenoterapia
– Ultrasuonoterapia
– Crioterapia
– Laserterapia
C) Trattamenti invasivi:
- Liposuzione /Liposcultura
L'ultima nata per la risoluzione della “buccia d'arancia” è la tecnologia denominata Tissue Stabilized-Guide Subcision (TS-GS) che utilizzo da 3 anni. E' l'unica procedura mini- invasiva con marchio CE in EU ed approvazione FDA negli USA,per la quale è stata clinicamente dimostrata la capacità di trattare la causa della cellulite con esiti positivi a controlli quinquennali. Questi standard internazionali codificati ne garantiscono la validità. Essa deve essere eseguita solo da medici specializzati sulla tecnica e che abbiano eseguito un training specifico. Grazie a questo device si possono recidere in maniera precisa e controllata i setti fibrosi, ottenendo,così, il rilascio della cute e rendendola, di
conseguenza ,più omogenea e liscia superficialmente. Inoltre ,è utile,anche per esiti da liposuzione ,cicatrici o altri tipi di avvallamenti conseguenti a traumi. La mia esperienza si basa su un campione di 30 donne adulte con una cellulite da moderata a grave.
Lo studio ha dimostrato:
- riduzione degli inestetismi nel 100 % dei casi
- una percentuale di soddisfazione delle pazienti trattate del 85% dopo 3 mesi dal trattamento
- una percentuale di soddisfazione delle pazienti trattate del 94% dopo un anno
- a 2 anni dal trattamento la percentuale di soddisfazione sale al 96%.
Quindi si tratta di un procedimento duraturo che si consolida nel tempo.
La procedura richiede dai 45 ai 60 minuti, a seconda della quantità delle aree da trattare: ribadisco che è ambulatoriale, non richiede ricovero ospedaliero ed è effettuata in anestesia locale( formula di Kleine). Non vi sono limiti di età. Importante è che vi sia una corretta indicazione: le pazienti selezionate ,come già asserito prima, devono avere la vera cellulite con i “buchi”. Nel caso contrario si può correre il rischio di recidere non setti fibrosi inspessiti, ma le fibre elastiche che danno sostegno alla cute. In tal caso è come se si togliesse una impalcatura. La pelle cederebbe e si avrebbe rilassamento dei tessuti. Esistono casi, recentemente accaduti, riportati dalla letteratura scientifica, in cui sono state descritte conseguenze negative. Un effetto analogo potrebbe verificarsi anche nel caso in cui , pur in presenza di vera lipodistrofia, si tendesse ad esagerare con la recisione e, oltre a tagliare i setti fibrosi responsabili della retrazione,venissero anche recise le fibre elastiche.
SELEZIONE DELLA PAZIENTE
E' fondamentale una corretta selezione delle pazienti, mediante una visita accurata al fine di accertarsi che l'intervento sia effettivamente indicato e risolutivo per i problemi estetici esposti. Viene proposto un colloquio dal quale devono emergere gli stili di vita, le aspettative, le immagini fatte riguardo alla tecnica ed alle reali esigenze di miglioramento estetico-funzionale. Si parte sempre dal conosciuto per poi integrare con notizie attinenti alla tecnica utilizzando anche immagini e/o filmati. Ribadisco che la raccolta dell'anamnesi deve essere altamente accurata. La paziente ideale è una donna adulta logicamente in buona salute, con cellulite da moderata a grave su glutei e/o cosce. Deve ,inoltre, avere un peso stabile ( va sempre pesata prima dell'atto operatorio) e non
deve avere in programma cali o aumenti ponderali eccessivi. Durante il consulto preparatorio bisogna stabilire in modo chiaro ed adeguato le aspettative all'intervento. Presso il mio studio mi avvalgo della collaborazione di una nutrizionista ,che si prende cura della paziente nell'immediato pre, la segue nell'immediato post e nel medio e lungo termine; e di una psicologa che si occupa del couseling di preparazione all'intervento.
Importante, come in ogni atto chirurgico, è il consenso informato, che va redatto in maniera chiara secondo le politiche e le procedure del proprio studio.
CONTROINDICAZIONI:
– disturbi della coagulazione
– diabete
– eccessiva obesità
– intervento chirurgico recente (entro 6 settimane)
– flebite e /ovasculite
– trattamento con farmaci anticoagulanti
– gravidanza
– ipertensione arteriosa non controllata
– neoplasie
– vene varicose nell'area sottoposta a trattamento
– infezioni attive nell'area da trattare o nelle immediate vicinanze ed eventuali soluzioni di continuo
– storia di cicatrici ipertrofiche o cheloidi
– lassità cutanea
RACCOMANDAZIONI PRE TRATTAMENTO
– Evitare 1 mese prima cibi ricchi di ferro ed integratori per prevenire l'emosiderosi.
– Evitare 1 settimana prima e 1 dopo l'assunzione di antalgici ad eccezione del paracetamolo, e di antinfiammatori, compresi il ginko biloba e la vitamina E , al fine di prevenire
l'eccessivo sanguinamento ed i grossi ematomi con il rischio successivo di emocromatosi. – Evitare l'intervento durante il periodo mestruale per il rischio di aumentato sanguinamento.
ESAMI DI LABORATORIO CONSIGLIATI:
inerenti alla coagulazione e il dosaggio dei livelli di ferritina per prevenire l'emocromatosi.
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO:
ciprofloxacina da 500 mg 6 ore prima dell'intervento( vista la sua azione sulla attività batterica del tratto urinario ed intestinale) e per i 5 giorni successivi. Paracetamolo al bisogno.
Il giorno dell'intervento la paziente viene, previa lettura e firma del consenso informato, viene fotografata, prima di effettuare il mapping e subito dopo(generalmente in 5 posizioni.). Il mapping fatto con pennarello chirurgico, riguarda ogni area da trattare con diverse modalità grafiche a seconda che si tratti di una depressione lineare o di un avvallamento. Una buona fonte luminosa e una buona posizione sono fondamentali onde evitare ombre o false immagini. Successivamente si procede all'anestesia locale di ogni area ,che andrà successivamente recisa, ad una profondità costante di 6 mm ,con l'ausilio dell' apposito manipolo collegato al modulo motore che a sua volta determina l'aspirazione della zona . Dopo 10-15 minuti si può procedere alla resezione dei setti fibrosi ad una profondità compresa tra i 6 ed i 10 mm, con l'ausilio di una micro-lama collegata collegata al modulo motore che di conseguenza mette in aspirazione l'area da trattare.
FOLLOW-UP
– Terapia medica per 1 settimana
– Guaina elastica per 15 giorni
– Si consigliano 24 ore massimo di riposo
– Si può svolgere attività fisica leggera nei primi 30 giorni post-intervento
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EFFETTI COLLATERALI
Dolore, indolenzimento, ecchimosi, prurito, parestesie. Appena 3 giorni dopo l'atto chirurgico le pazienti hanno valutato il dolore provato classificandolo come minimo e l'82% ha provato dolore solo al tatto. Il 90% non presentava lividi dopo 4 settimane. Dopo il trattamento può verificarsi una fuoriuscita di liquido per diverse ore. Noi limitiamo il disagio con l'applicazione nelle aree trattate di spugne autoadesive che la paziente può rimuovere dopo 24 ore.
In 3 anni di utilizzo di questa procedura, con orgoglio, possiamo asserire di non aver riscontrato nessun caso avverso.
Contatta la Dott.ssa Guerrini Stefania