Cellulite fibrosa

Cellulite fibrosa

Cellulite fibrosa

Autore: Pasquale Ambrosio  03/11/2020


La cellulite è un disturbo molto comune nella società e rappresenta uno dei principali motivi di disagio della popolazione femminile. Oltre il 90% delle donne è afflitta dalla cellulite e con conseguenze spesso disastrose sul profilo psicologico e delle relazioni sociali. I motivi alla base di questa forte incidenza sul gentil sesso sono da ricondursi principalmente a fattori ormonali e di natura genetica ovvero le principali causa di insorgenza. Fattori come l’obesità e lo stile di vita sedentario si configurano come aggravanti capaci di far degenerare il disturbo in modo consistente.

La cellulite si manifesta come disturbo degenerativo e può essere suddivisa in diverse fasi di variabile entità e complessità. La cellulite fibrosa rappresenta il secondo stadio, una fase caratterizzata dalla nascita di processi di fibrosi reattiva con la conseguente formazione di noduli di piccole dimensioni nello strato sottocutaneo. Tale disturbo si concentra maggiormente sui glutei e sulle cosce, zone della parte inferiore del tronco dove la microcircolazione, alla base del processo di innesco del problema, incontra difficoltà legate sia a fattori meccanici che fisici. Sebbene fastidioso, questo stadio della cellulite è ancora un processo reversibile.

Ecco perché si forma.

La formazione della cellulite è strettamente legata ad un’alterazione del flusso dei fluidi corporei del sistema circolatorio e linfatico che genera un ristagno di adipe, acqua e sostanze di scarto nella zona sottocutanea. Per tali ragioni si può facilmente comprendere come la ritenzione idrica e il grasso in eccesso influiscano sul processo di formazione e consolidamento della cellulite. Normalmente la comunicazione tra lo strato di adipe ed i tessuti circostanti è regolato da una fitta ramificazione di capillari e terminazioni nervose che determinano gli scambi nei processi di liposintesi e lipogenesi.

In presenza di forti concentrazioni di ormoni estrogeni e progesteroni nel plasma la ritenzione idrica aumenta in modo esponenziale sommandosi ad un naturale processo di assorbimento di riserve energetiche. Le sostanze accumulate nello strato sottocutaneo aumentano progressivamente di volume comprimendo le vie di comunicazione del sistema linfatico e microcircolatorio. Il costante accumulo di queste sostanze provoca la formazione di piccoli noduli che esternamente generano la cosiddetta “pelle a buccia d’arancia

È indubbio che nella formazione della cellulite concorrano anche fattori come la glicazione del collagene ovvero un fenomeno che deriva dell'associazione delle fibre di collagene con molecole di glucosio. Le glicotossine generate producono numerose reazioni a catena tra le quali un’alterazione della permeabilità dei canali linfatici e microcircolatori.

Tra le altre cause, dunque, è possibile comprendere:

  • Disfunzioni ormonali
  • Predisposizione genetica
  • Cattiva circolazione sanguigna e linfatica
  • Ritenzione idrica

Fattori che incidono sulla progressione della cellulite fibrosa

La degenerazione della cellulite edematosa in fibrosa è determinata da diversi fattori riconducibili soprattutto allo stile di vita e all’alimentazione. Sebbene questi processi siano solo in una bassa percentuale cause principali del disturbo, nella fase di progressione giocano un ruolo decisamente importante. L’obesità, ad esempio, può decuplicare le possibilità che la cellulite degeneri rapidamente passando da un disturbo localizzato e reversibile ad un disturbo esteso e di difficile trattamento.

Tra i principali fattori che incidono sulla progressione del disturbo sono stati individuati:

  • Obesità
  • Vita sedentaria
  • Alimentazione scorretta
  • Fumo
  • Stress
  • Scarpe e vestiario stretti
  • Affaticamento degli arti inferiori

Su quali parti del corpo si trova?

La Cellulite fibrosa, di solito, è localizzata su cosce e glutei. In queste aree del corpo avviene la maggiore sintesi di riserve energetiche sottoforma di accumuli adiposi. Questa naturale predisposizione va sommata alle peculiari caratteristiche del sistema circolatorio che nella parte bassa del corpo incontra difficoltà nel ritorno del flusso sanguigno verso la pompa cardiaca. Le predisposizioni genetiche sono evidenti nel confronto delle manifestazioni della cellulite fibrosa tra i due sessi che evidenziano zone di accumulo sulla zona addominale per gli uomini e su gambe e glutei per le donne.

Quanti stadi di cellulite ci sono?

Essendo un disturbo degenerativo la cellulite progredisce attraverso 4 stadi prima di diventare un processo definitivamente irreversibile e molto difficile da trattare.

I 4 stadi sono rappresentati da:

  • Cellulite edematosa
  • Cellulite fibrosa
  • Cellulite sclerotica molle
  • Cellulite sclerotica

Nel primo stadio l’accumulo di liquidi interstiziali, nonché di stasi venosa, è decisamente reversibile e non presenta particolari danni dei tessuti sottocutanei. Nella fase definita fibrosa si hanno le prime formazioni nodulari e le manifestazioni estetiche sulla pelle e se non curate possono condurre all’aumento di volume dei noduli, alla progressiva infiammazione di aree sempre più ampie di tessuti, alle fasi più gravi per la condizione dei tessuti rappresentate dalle celluliti sclerotiche.

Come eliminare la cellulite fibrosa

Determinare la cellulite fibrosa non è semplice sebbene in questo stadio siano già evidenti danni estetici riconducibili a tale disturbo. Il consulto medico è il primo passo per diagnosticare la cellulite fibrosa e impostare un programma per contenerla; i percorsi suggeriti normalmente prevedono un radicale cambiamento nelle abitudini quotidiane ed una serie di trattamenti estetici e farmacologici. La presenza dei noduli fibrosi rende molto difficile il trattamento di questo tipo di cellulite dove, invece, un approccio su più fronti può assicurare risultati migliori in tempi ridotti.

Cosa cambiare nelle abitudini alimentari

Le abitudini alimentari incidono in modo concreto sulla progressione della cellulite e favorire una corretta alimentazione può eliminare, alla base, i fattori che aggravano il disturbo. Ritenzione idrica, accumulo di grassi e eccesso di zuccheri, semplici e complessi, devono necessariamente essere monitorati e limitati nel tempo.

Le principali indicazioni dei nutrizionisti prevedono di:

  • Dare priorità a frutta, verdura, legumi
  • Puntare su vitamine e oligoelementi
  • Evitare gli zuccheri
  • No ai cibi fast food
  • RIDURRE piatti troppo ricchi di grassi
  • Eliminare il latte intero
  • Preferire Il consumo di antiossidanti
  • Bere 1,5 litri al giorno di acqua

Il punto centrale di questi interventi mira a contenere l’assunzione di cibi ricchi di grassi, soprattutto saturi, di sale, di zuccheri complessi, come i carboidrati, e semplici. Queste sostanze concorrono in modo diretto a generare ed alimentare la cellulite innescando un circolo vizioso difficile da spezzare.

Fondamentale per nutrizionisti e dietologi, per contrastare il problema, la sostituzione delle diete cariche di grassi e carboidrati con un diete ricche di:

  • proteine
  • frutta e verdura di stagione
  • vitamine e sali minerali
  • acqua

L'esercizio fisico

Per combattere la cellulite, qualunque essa sia, lo sport (ma qualsiasi attività fisica) è essenziale. Il movimento fisico favorisce il sistema cardiocircolatorio e permette una maggiore ossigenazione dei tessuti. Poche decine di muniti al giorno di movimento possono aiutare a limitare gli effetti della cellulite aumentando l’efficienza dell’organismo ed interrompendo la progressione del disturbo agendo sui principali interruttori che la causano. Gli sport di resistenza sono più utili per ridurre gli accumuli di grasso immagazzinato che eliminare la cellulite.

Tra gli sport consigliati:

  • ciclismo
  • nuoto
  • camminata (almeno 45 minuti)
  • stiramento
  • fitness
  • yoga.

Coloro i quali non praticano attività fisica da tempo devono, prima di iniziare qualsiasi attività, consultare un medico al fine di vagliare le condizioni generali del fisico e l’eventuale presenza di limitazioni quali patologie o altri rischi per la salute.

I massaggi

Uno degli aspetti centrali per combattere la cellulite è rappresentato dal ripristino della microcircolazione e dalla circolazione linfatica. Il massaggio può aiutare a ripristinare tali funzionalità e favorire l’eliminazione delle tossine e delle sostanze che si accumulano nello strato sottocutaneo. Esistono numerosi tipi di massaggi con diverse finalità e soprattutto con diversa modalità di esecuzione. Possono inoltre essere effettuati insieme ad altri tipi di trattamenti.

Il massaggio può essere effettuato mediante:

I trattamenti

Se questi metodi non funzionano, è possibile prendere in considerazione altre soluzioni che possono includere interventi di medicina o chirurgia estetica.

Queste soluzioni comprendono:

La liposuzione è una tecnica chirurgica che prevede l’aspirazione dei depositi di grasso con apposite cannule. Nella cura della cellulite il suo impiego è limitato ai casi gravi che non hanno trovato giovamento dalle tecniche tradizionali. È una tecnica molto invasiva e con possibili effetti indesiderati e complicazioni post intervento.

  • Lipolaser

Il lipolaser è una valida alternativa alla liposuzione e permette la scomposizione delle cellule adipose in acidi grassi liberi e glicerolo. Le sostanze di scarto, grazie al sistema linfatico, raggiungono i reni ed infine vengono espulsi nelle urine. Non rappresenta un intervento invasivo e con effetti collaterali importanti se non per particolari soggetti con disfunzioni renali, diabete o con dispositivi come pace-maker.

Questo trattamento prevede un intervento diretto sui setti fibrosi responsabili della cellulite e permette di raggiungere risultati importanti in termini estetici.

  • Radiofrequenza

La radiofrequenza sfrutta le onde elettromagnetiche per bruciare gli accumuli di adipe e favorire la produzione di nuovo collagene.

  • Cavitazione medica

Alla base del funzionamento di questa tecnica vi sono gli ultrasuoni utilizzati per generare variazioni di pressione e temperatura nel fluido interstiziale con una conseguente rottura delle membrane degli adipociti che riversano il loro contenuto nei tessuti circostanti ed eliminato dal sistema linfatico.

  • Criolipolisi

Questo tipo di trattamento sfrutta un principio del tutto inverso alla maggior parte delle tecniche ovvero l’utilizzo del freddo per congelare ed eliminare le adiposità localizzate. È una valida alternativa a trattamenti maggiormente invasivi sebbene abbia una diffusione ridotta in ambito estetico.

La scelta del trattamento per la cellulite fibrosa più idoneo deve essere fatta in modo consapevole e con aspettative realistiche. È fondamentale rivolgersi sempre a medici esperti e chirurghi plastici formati nei singoli trattamenti al fine di evitare un approccio superficiale e risultati che oltre a consegnarci un risultato insoddisfacente possono mettere a repentaglio la salute.

Fonte:

-          Carlo D’Aniello, Manuale di Medicina Estetica, Masterbooks, 2019

-          Tullio Cainelli, Alberto Giannetti, Alfredo Rebora, Manuale di dermatologia medica e chirurgica, McGraw Hill 2017.

-          Davide D’amico, Manuale di Chirurgia Generale. Piccin 2018.

 

 

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