La Cellulite (Adiposità Localizzata)

La Cellulite (Adiposità Localizzata)

La Cellulite (Adiposità Localizzata)

Autore: Dott. Oreste Di Mattei 01/03/2018


La  cellulite, è un inestetismo della pelle che colpisce la popolazione femminile in età fertile, e interessa 9 donne su 10. La cellulite è una conseguenza di una stasi della microcircolazione degli arti inferiori a livello dell’ipoderma, il tessuto che si trova al di sotto del derma caratterizzato prevalentemente da adipe. Spesso è anche correlata a zone di adiposità localizzata, benché si manifesti tanto nelle donne magre o normopeso quanto nelle donne con problemi di obesità.

Il pannicolo adiposo, ossia lo strato di cellule di grasse poste al di sotto della cute con funzione di immagazzinamento di energia, è presente in ogni individuo, uomo o donna che sia.

Quando il microcircolo si trova in condizioni ottimali, le cellule adipose dell’ipoderma rappresentano infatti unariserva energetica per l’organismo: attraverso la lipolisi, infatti, i grassi vengono adoperati come “combustibile” ogni volta che il bilancio calorico diminuisce.
Perché allora la cellulite interessa esclusivamente le donne? Innanzitutto le donne hanno, per questioni genetiche, una percentuale di tessuto adiposo maggiore rispetto agli uomini.
La risposta principale si trova però negli ormoni: sono gli estrogeni – gli ormoni sessuali femminili – a favorire la ritenzione dei liquidi e la loro diffusione negli spazi intracellulari, innescando un aumento di volume delle cellule adipose e provocandone, conseguentemente, la rottura all’ interno del pannicolo adiposo. In altri termini, è la componente ormonale ad innescare un’ alterazione della microcircolazione sanguigna e/o linfatica che compromette il processo di lipolisi e comporta il ristagno di liquidi e di sostanze tossiche di scarto.

Allo stesso tempo, le cellule adipose subiscono un’alterazione di forma e volume che determina la rottura della propria membrana citoplasmatica e la diffusione del loro contenuto di trigliceridi tra le cellule circostanti; la conseguenza è, quindi, il malfunzionamento del microcircolo assieme al rigonfiamento del tessuto adiposo.

Le cause che determinano lo sviluppo della cellulite sono di diversa natura e tipologia. Essa può dipendere, infatti, da uno stile di vita poco sano così come, molto spesso, da fattori genetici ereditari o da squilibri ormonali.

Ad ogni modo, tra le cause più comuni troviamo:

  • Fattori genetici correlati alla tendenza ad accumulare tessuto adiposo
  • Alimentazione scorretta che incide sul corretto funzionamento del metabolismo
  • Fattori di tipo ormonale, dovuti ad un eccesso di estrogeni che influenza la ritenzione idrica
  • Assunzione di farmaci, tra i quali la pillola anticoncezionale 
  • Nervosismo, stress, ansia cronica
  • Scarsa idratazione dei tessuti
  • Sedentarietà e assenza di attività fisica

La cellulite si presente con la tipica texture di pelle “a buccia d’arancia”, ossia bucherellata. Tale aspetto è dovuto, come abbiamo visto, all’ aumento di volume delle cellule adipose e, conseguentemente, ad un accumulo di grasso. Essa si manifesta nel 90% della popolazione femminile in età fertile, sin da i 18-20, con un peggioramento progressivo della situazione. Si distribuisce solitamente secondo il modello ginoide di accumulo del tessuto adiposo, ovvero si concentra sugli arti inferiori (zona mediale delle ginocchia ma anche cosce e glutei), arti superiori, fianchi, addome, ecc.
La zona principale è la parte posteriore delle cosce, che inizialmente si presenta solcata da sporgenze e da rientranze, con un'intensità maggiore in base al peso e all’ età del soggetto.
Ad uno stadio più avanzato si verifica un'estensione dei depositi di grasso ai lati delle cosce ed un aspetto “a cuscinetto”, con alcune zone sporgenti e altre rientranti. L’alternanza tra zone di infiltrazione mollie zone dure influisce negativamente sulla libera circolazione della linfa, comportando un disordine nella struttura degli strati del derma più esterni (pelle, sottocutaneo, strato adiposo).
Come precedentemente affermato, la cellulite non rimane uguale nel tempo ma si evolve.

E’ possibile individuare 3 stadi evolutivi:

- fase edematosa: in questa fase la cellulite si percepisce solo al tatto e prevale il ristagno dei liquidi, con rigonfiamenti localizzati nell’area delle caviglie, dei polpacci, delle cosce e delle braccia;

- fase fibrosa:in questo secondo stadio entra in gioco il tessuto adiposo. A causa dei liquidi che sono penetrati nei tessuti, le cellule adipose cominciano a distanziarsi l’una dall’altra e ciò impedisce loro di svolgere le normali funzioni metaboliche. Le fibre     elastiche, che rendono la pelle tesa, vengono comprese dalle cellule adipose, mentre le fibre di collagene degenerano e i capillari si alterano. E’ in questo quadro che la texture dello strato più superficiale del derma si trasforma e si forma la pelle a buccia   d’arancia.

fase sclerotica: il tessuto adiposo localizzato diventa duro e si formano noduli di grandi dimensioni. La superficie cutanea diventa più fredda e dolente al tatto, ed è caratterizzata da zone in rilievo e zone avallate.

Vi è poi un quarto stadio della cellulite in cui le zone cellulitiche si presentano come isolate dal tessuto circostante. I macronoduliche si sono formati creano sempre maggiori avallamenti e protuberanze dolorose; la cute alla palpazione è dura e dolorante. La cellulite al quarto stadio è la più difficile da trattare poiché è la fase più acuta e profonda, e indica che a livello dell’ipoderma e del derma vi è un forte ristagno di liquidi. La cellulite di questo tipo, caratterizzata da un’organizzazione fibrosa, è come se si fosse radicata nelle zone interessate.

Affrontare la cellulite richiede uno sforzo congiunto: dal momento che sono diversi i fattori che la determinano, spesso in combinazione tra loro, anche gli aspetti per ridurla o per evitarne il peggioramento sono molteplici.

Innanzitutto è consigliabile uno stile di vita sano, che non può fare a meno di una corretta alimentazione caratterizzata da un ridotto apporto di grassi. E’ bene ridurre carboidrati raffinati, dolci e alcool, così come vannolimitatigrassi saturi, farina bianca, latticini, burro e insaccati, che accentuano la pesantezza alle gambe.
Via libera al pesce, ai legumi, agli oli vegetali spremuti a freddo come l’olio extravergine di oliva e quello di lino, e alla frutta e verdura di stagione.Non vanno dimenticate le fibre, perché migliorano la funzione intestinale evitando così una congestione intestinale che faccia pressione sugli arti inferiori e gli alimenti che aiutano a bruciare i grassi (caffè, ananas, spezie e cereali).

Oltre ad una sana alimentazione, muoversi è un altro fondamentale aspetto per ridurre la cellulite. Basta camminare a passo sostenuto o pedalare per 30-40 minuti al giorno per migliorare la microcircolazione e di conseguenza contrastare la cellulite. Attenzione però all’ attività fisica troppo sostenuta: in quel caso i muscoli subiscono una stimolazione eccessiva, la produzione di acido lattico aumenta e ciò incide negativamente sulla microcircolazione. Al contrario, occorre mantenere  i battici cardiaci costanti e con una frequenza bassa (non più di 130 battiti al minuto) ed eseguire esercizi scelti e mirati per contrastare l'inestetismo.


 

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